23 Novembre 1980 … 40 anni fa

23 Novembre 1980 – Domenica 0re 19:34 – Terremoto dell’Irpinia

Su questo evento, la peggiore sciagura italiana dal dopoguerra, è stato detto tutto. Tanto, troppo forse. Ci sono state speculazioni e ruberie talmente immani che si fa fatica a racchiuderle in cifre ripetibili. Un fiume, anzi un mare di soldi persi nei mille rivoli della malapolitica, della malaeconomia, della mala tendenza della gente a vedere i soldi pubblici come soldi che si possono sprecare … Insomma le ragioni antropologiche e politiche le lascio agli esperti, tanto non è con un post che si risolveranno.

Quello che vorrei ricordare stasera è “quella paura”… 90 secondi sono un’eternità se sotto i piedi il pavimento salta e la casa intorno balla letteralmente. Provate con qualsiasi  orologio e vedrete.
Il tremore dell terra durato 90 secondi ha sprigionato una forza spaventosa, non comprimibile. Nessuno di noi, nemmeno mamma e papà, nemmeno i nonni, potevano fare niente. Io avevo 8 anni e mezzo. A quell’età guardi i grandi per capire, pre decifrare cosa sta accadendo intorno. Sono i grandi i traduttori degli eventi. E quello che vedevano i miei occhi era terrore puro. Non c’era un adulto che non fosse fuori di sè. Uno rideva insensatamente, uno piangeva, chi chiamava … chi dimenticava le chiavi, le porte aperte, la tv accesa … il caos.
Allora la forza che si è sprigionata dalla terra è salita al cielo ed è diventato cielo rosso. Mai visto una notte così. Un tramonto indefinibile, acceso, come di un incendio all’ìorizzonte che non finiva mai. Solo che era notte, era buio e il cielo era rosso. Una paura e un’attrazione spaventosa quel rosso. Gli occhi incollati al finestrino di un auto a fissare un colore mai visto così. Poi c’è stata un’altra prima volta, la nebbia.
Una nebbia feroce e grave ha avvolto tutto e il cielo rosso si è oscurato. La paura dal cielo è scesa a terra e si è depositata negli stomaci di tutti gli esseri umani. Sì negli stomaci. E lì è rimasta. Io ce l’ho ancora lì e quando la parola terremoto fa capolino anche solo da un discorso, la paura stringe. La paura stringe e fa male. Io la paura ce l’ho ancora nella pancia. Da quarant’anni.
Vi dico la verità, mi è andata bene. Vorrei che avessero mal di pancia tanti altri insieme a me, invece 2.914 persone la paura non ce l’hanno più. 2.914 morti in 90 secondi. E ancora oggi non sappiamo neanche se la conta è giusta …

il mattino

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23 Novembre 1980

Oggi …  32 anni! 


Non voglio fare commenti sulla mancata ricostruzione ecc.ecc.ecc.  quella è sotto gli occhi di tutti non appena ci si addentra nell’entroterra della Campania e della Basilicata…. Non voglio neanche pensare al male “umano” in termine di corruzione e malapolitica con montagne di miliardi senza controllo piovuti sulla mia Terra  …

Niente di tutto questo… oggi solo ricordi. Precisi come possono essere solo quelli delle tragedie che cambiano il mondo che ti circonda …

Domenica sera di Novembre … mamma stira, nonna ciaccola, papà fuori da qualche parte. Io, Lina, Pina e Anna in cameretta a leggere l’enciclopedia …

  • Il terremoto…all’improvviso
  • Noi che ci rifuggiamo sotto il letto … il libro vola da qualche parte
  • La voce di nonna che urla fuggite … mamma che ci viene a prendere
  • Un rumore che aumenta, la voce della terra che supera quella di nonna
  • La corsa impossibile su scale animate da forza diabolica
  • La confusione nelle mani di nonno che non aprono il portone relegandoci a restare dentro nonostante tutto intorno cade …
  • La paura sulla faccia di mio papà…dopo una corsa a piedi da dov’era fino a casa
  • L’effetto dell’alcol su un passante che cancella i segni del terremoto
  • La nebbia …
  • La pipì addosso …
  • L’euforia di tutti per esserci ancora …
  • La conta di chi manca…
  • Le risate liberatorie …
  • La paura vera, viscerale e piena, alla seconda scossa di assestamento….
  • La notte in macchina al campo sportivo …
  • La voce di un signore al TG che dice: Qui non è rimasto attaccato neanche Cristo alla Croce.

Quella sera per me fu la 1° volta di tante cose. Mai avevo pensato che la casa potesse trasformarsi anche in una trappola; mai avevo pensato che papà potesse essere spaventato, su mamma nutrivo qualche dubbio ma papà fu una vera sorpresa; mai avevo pensato che i grandi non sapessero cosa fare e quella sera erano tutti confusi; mai avevo pensato che la Natura potesse essere così forte e crudele … il cielo rosso cupo che avvolse l’orizzonte era qualcosa di assolutamente nuovo e non si è mai più ripetuto.
E in ultimo, mai avrei pensato di rallegrarmi perchè anche se ci era passato vicino, la scossa aveva colpito altre persone, non la mia famiglia, altri palazzi, non la mia casa. A 8 anni compresi, vergognandomene, che tra me e gli altri … era meglio agli altri!
Novanta secondi ( tanto durò la scossa ) segnarono il passaggio tra l’innocenza e la consapevolezza.
E mentre io mi rendevo conto di tutto questo, il 23 Novembre 1980 il terremoto provocò 2.914 morti, 8.848 feriti e migliaia di sfollati.

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