Progetto Gli invisibili 2021: ITALIANA di Giuseppe Catozzella

La storia la scrive chi vince.

Quando si parla della storia del Risorgimento e dell’Unità d’Italia, mai parole sono state più veritiere. Esiste un pezzo di storia volontariamente dimenticata, quella che riguarda le rivolte dei contadini/briganti del sud Italia post unificazione, oggi considerata la prima guerra civile italiana.

Non è una storia lineare, non ci sono personaggi esclusivamente buoni e personaggi cattivi, non c’è solo il bianco e il nero, non c’è solo la quasi “agiografia” di Garibaldi, c’è molto altro da raccontare, da conoscere, da approfondire e fintanto che non avremo affrontato  tutti coloro che hanno preso parte all’Unità d’Italia non potremo mai dire che la storia del nostro Paese è completa.

ITALIANA rimedia a parte di queste colpe, mettendo in luce la vita e la persona di Maria Oliviero, conosciuta come Ciccilla, unica brigantessa italiana ad essere stata a capo di una banda.

Il brigantaggio postunitario che esplose nelle regioni del Sud Italia è un fenomeno colpevolmente misconosciuto, sia per non creare ulteriore emulazione delle attività dei Briganti, sia perché le feroci repressioni che caddero come mannaie su popolazioni già gravemente provate dalla miseria più nera che si possa immaginare non furono certe imprese di cui vantarsi.
Una storia atroce che non fa onore  nessuno e per questo condannata alla damnatio memoriae dai vincitori (gli italiani). Eppure, oggi più che mai, è necessario conoscerla perché è solo partendo da quello che accadde, dalle comprensioni delle ragioni degli uni e degli altri che potremo comprendere e finalmente affrontare:

  • l’atavica sfiducia delle popolazione meridionali nei confronti dello Stato
  • la copertura territoriale, quando non connivenza, con i fenomeni malavitosi
  • l’arretratezza economica del Sud dal quale dopo ancora 140 dall’unificazione non ci siamo liberati
  • il pregiudizio morale e culturale di chi è economicamente più forte e gestisce il potere verso chi non ha la stessa forza ( il nord contro il sud per intenderci).

ITALIANA mi ha letteralmente rapita. Maria è una donna di un’intelligenza vivace e precoce, una donna che si fa domande alle quali non trova risposte, una donna moderna anche negli atteggiamenti verso la violenza degli uomini sulle donne, una donna illusa, come tutte le popolazioni del sud, dalle promesse garibaldine che non troveranno nessuna concretezza nella realtà.
Il giogo dei vecchi padroni devoti alla monarchia borbonica si trasforma e diventa nuovo giogo dei vecchi padroni devoti alla monarchia sabauda. L’unica reazione possibile è darsi alla macchia, delinquere. Non è una scelta, è appunto l’unico modo per gridare che “così non va bene”. Nessuno ascolterà la voce di Maria, di lei nemmeno si sa con esattezza che fine abbia fatto. Il libro offre un’ipotesi, ma probabilmente la donna una volta catturata venne trasferita nel carcere di Fenestrelle, in Piemonte, dove morì.

Leggete ITALIANA. Giuseppe Catozzella ha scritto un libro bellissimo che merita molto.
Se avessi potuto e saputo farlo lo avrei scritto io, l’idea di parlare di Ciccilla mi era venuta una quindicina d’anni fa e chiesi un aiuto ad un professore dell’università di Napoli per recuperare dati ufficiali e documenti. Mi rispose, ghiacciandomi, che non era proprio il caso di parlarne, che non c’era niente a riguardo e che era meglio che quella storia venisse dimenticata. Per mia colpa, lasciai correre. Lui era un famoso meridionalista e mi sembrava scortese insistere. Non avevo conoscenze adeguate per poter ribattere il suo ragionamento e mi arresi. Per fortuna Giuseppe Catozzella ha avuto quel coraggio e lo ringrazierò sempre nell’unico modo che conosco, consigliando a TUTTI, ma proprio tutti, di leggere ITALIANA.

Avevamo un bisogno disperato di questo libro e manco lo sapevamo.

 

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Progetto Invisibili 2021 – Libro Beati gli inquieti di Stefano Redaelli

BEATI GLI INQUIETI (NEO Edizioni) di Stefano Redaelli

Io sono una delle poche persone alle quali non piacciono le farfalle. Non so mai cosa aspettarmi da loro. Non capisco se le ali decorate, i colori, la leggerezza coprano la vera natura di vermi pelosi oppure se, al contrario, la bruttezza della nascita si riscatti attraverso la bellezza che a un certo punto della vita le coglie. Insomma mi fanno paura. Mi disorientano.
Quando ho iniziato la lettura di ‘Beati gli inquieti’ mi sono imbattuta quasi subito nella “Casa delle Farfalle”, un rifugio, una casa-clinica per degenti psichiatrici, e volevo scappare. Ho pensato di abbandonare la lettura quasi subito, farfalle e pazzi insieme erano troppo in periodo di pandemia, ma dopo qualche giorno di stop ho ripreso in mano il libro.
Il protagonista con il suo raziocinio mi incuriosiva e pensavo che, se ne avessi avuto modo e se fossi stato uno studioso, anch’io avei voluto capire/studiare i matti. Le immagini del manicomio di Aversa e dei suoi ospiti sono parte della mia infanzia; mia nonna ha lavorato per qualche anno come infermiera lì e in famiglia la pazzia è un gene che serpeggia tra generazioni, non potevo sottrarmi alla lettura.

A fatica sono andata avanti, le farfalle che abitano la “Casa” hanno dispiegato le loro ali e la bellezza si è fusa con la bruttezza. Ho continuato a pensare che i protagonisti, i matti, mi piacevano e mi respingevano allo stesso momento. Come si fa ad entrare in sintonia d’altronde con loro? E se lo avessi fatto sarei stata matta anch’io?
Il protagonista continua il suo studio travolto dalla poesia degli amici con i quali passa le giornate ed inizia a perdere la cognizione del tempo. Mai avvicinarsi troppo al fuoco, ci si può bruciare, mi dicevo.
Poi, il ritmo ha accelerato il passo, e il libro mi ha sconvolto.
Un inatteso cambio di paradigma travolge il protagonista e il lettore. Il finale quasi giallo apre gli occhi su un mondo a rovescio. Il teatro, la rappresentazione del Piccolo Principe, la matematica con i suoi assunti da dimostrare …
Ma a pensarci bene tutto era chiaro sin dalle prime pagine, sin dalle prime righe.

Chapeau alla maestria dell’autore che ha saputo, con tocco finissimo, accompagnare  il lettore attraverso sentieri illuminati (la nostra vita) che percorriamo e che spesso non comprendiamo. Guadare chi vive con la ragione spostata su un altro punto di vista, chi trova rifugio nei versi e nei sogni, chi potrebbe rivoluzionare il mondo solo con l’ammaginazione è un dono inaspettato che mi è arrivato dalla lettura e che spero colga tutti coloro che vorranno leggerlo.
D’altronde ogni persona ha una sua personale pazzia che coltiva nella presunta normalità nella quale vive. Chi di pazzie non ne ha, matto lo deve essere per davvero.
BEATI GLI INQUIETI è candidato ai Premi Strega e Campiello e gli auguro ancora tanto cammino.

Copertina BEATI GLI INQUIETI - Stefano Redaelli - Neo Edizioni_low (002)

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Progetto Invisibili 2021 – Libro: La lettrice di Čechov di Giulia Corsalini

Progetto Invisibili 2021 –

La lettrice di Čechov di Giulia Corsalini

La voce narrante di questo libro è quella di una badante ucraina di una quarantina d’anni che lascia una figlia e un marito malato per lavorare a Macerata dove accudisce un’anziana sola. Il conflitto che vive per essere un po’ di qua e un po’ di là è un discorso intimo che non diventa mai rabbia, è consapevolezza di un limite: quello dell’età, quello delle possibilità d’amore, quello della classe sociale, quello della capacità di insegnare, quello di non riuscire più a parlare con la propia figlia.
Non dico molto altro, non sarei capace di ripetere con la stessa delicatezza e lo stesso garbo utilizzato da Giulia Corsalini qualcosa in più su Nina, la protagonista.
Ho trovato questo libro spledidamente intimista, a tratti mi sono persino sentita in imbarazzo per quanto l’autrice sia riuscita a ridare l’immagine dei pensieri di Nina con una limpidezza cristallina.

Ho amato questo libro e il quasi colpo di scena finale è emozionante.

Non c’è un bacio, nè una scena qualsiasi che lontanamente assomigli a qualcosa di erotico, eppure non leggevo righe così profonde, segrete, inconfessabili da molto tempo. Un libro intenso che consiglio a chiunque voglia vedere aspetti della vita di persone che vivono molto vicino a noi e che nella maggior parte delle volte sono fuori dalla portata dei nostri occhi.
NIna è l’invisibile per eccellenza e merita di essere la prima protagonista del Progetto 2021.
Grazie alla libraia di Libreria Virginia e co. di Monza che mi ha consgiliato questa bellissimo libro.

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Le invisibili e gli invisibili – Progetto 2021

Le invisibili e gli invisibili

Un po’ in ritardo quest’anno, ma finalmente ho trovato il file rouge che mi accompagnerà nelle letture del 2021.

Chi sono le e gli INVISIBILI?

Sono tutte quelle persone che per vari motivi escono fuori dagli interessi letterari prevalenti. Che poi detta così sembra un vezzo culturale … in realtà il mio intento è trovare libri che parlino di donne e uomini che sono poco interessanti ad un primo sguardo e che, invece, osservati da vicino,  nascondono mondi e cieli tutti da scoprire. Perchè sono poco interessanti dalla maggioranza delle scrittrici e degli scrittori non saprei dire, ma sono sicura che come sempre i libri che arrivano al grande pubblico, che vengono pubblicizzati e spinti dalle case editrici, in fondo non sono che una minima parte e, molto spesso, non sono i migliori testi a disposizione. Quindi cercherò autrici e autori che parlano di:

  • donne in menopausa ( a 50 anni le donne smettono di essere donne e scompaiono dai libri come protagoniste )
  • badanti, camerieri, portieri, muratori, operaie … ( in genere avere un protagonista medico o manager è più facile, ma accidenti qualcuno deve pur parlare delle persone che hanno un lavoro comune! Si innamorano anche le operaie e i meccanici.)
  • i pazzi, i malati, gli anziani e tutti coloro che a vario titolo sono invisibili.
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