4w4i – Digital Lab: Un anno di letture al femminile

2020: Un anno di letture… solo al femminile

All’inizio di gennaio 2020, ho preso un impegno con me stessa e con i miei
“amici social”: avrei letto esclustivamente libri di autrici. E’ stata una ricerca
non sempre semplice, con tante conferme e qualche sorpresa. Mi sono mancati
gli autori “maschi”? Cosa ho scoperto nel mondo dei “libri” al femminile?
l’imprevisto lockdown ha marginalizzato o esaltato la letteratura delle donne?

Cliccate Qui potete trovare il video da vedere 🙂

Buona Visione

 

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Libro: Pensare luce di Gheula Canarutto Nemni

PENSARE LUCE – Come la Kabbalà può aiutarci a uscire più forti dal Coronavirus

La professoressa Gheula Canarutto Nemni, che amerete dopo questa lettura, è una donna milanese, con sette figli, ebrea osservante e un impressionante curriculum scolastico e professionale. Oggi scrittrice a tempo pieno.

Nel momento più acuto della pandemia da covid che ha colpito il mondo intero, in quel marzo 2020 che non dimenticheremo più, ha scritto un libro che è necessario leggere.
Il libro è una chiave per comprendere la profonda crisi  che ha colpito ogni singola persona e anche la società complessiva nella quale viviamo. Un po’ come se avessimo perso contemporaneamente i punti di riferimento, sia personali che pubblici.
Un volta che tutto questo è accaduto, peraltro senza nessun avvisaglia, senza che potessimo in alcun modo porvi rimedio, la nostra vita quotidiana si è scissa. Di qua il distanziamento e l’isolamento, di là … un confine, un muro dal quale ci si sporge, si guarda indietro e si dice: se solo avessi saputo quanto ero felice (cit. Pensare luce).

La Kabbalà, che è l’insieme degli insegnamenti esoterici dell’ebraismo, dice che le discese ci vengono offerte dalla vita per poter risalire e infine spiccare il volo, e volare più in alto. 

Allora guardiamoci intorno e diventiamo noi, ciascuno di noi, portatore di positività.
Se una singola persona è riuscita a trasmettere il virus attraverso una stretta di mano, uno starnuto, un colpo di tosse perchè, allo stesso modo non diffondiamo intorno a noi sorrisi, parole confortanti, sguardi comprensivi. Quanto una sola azione positiva può essere incoraggiante e diventare una valanga di positività che si riversa, incosapevolmente da noi, verso gli altri aumentando a dismisura ad ogni passaggio?

Oltre a questo contagio positivo, reale e pieno di vita che possiamo scatenare in qualsiasi momento, complice solo un po’ di empatia e simpatia per sè e per gli altri,  abbiamo un dovere importante ed è la prima lezione che dovremmo imparare dalla pandemia  … non aspettare che sia la vita a fermarti per farti capire quali sono le tue vere priorità.

Buona lettura a tutti.

P.S. Il ricavato delle vendite di questo eBook sarà interamente devoluto all’Ospedale San Raffaele di Milano e a famiglie bisognose per l’emergenza Covid-19

pensare luce

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Libro: VINPEEL DEGLI ORIZZONTI di Peppe Millanta

Per uno di quegli strani arcani che talvolta capitano nella vita, quando meno te l’aspetti e, sopratutto, da chi non avresti detto mai, il libro di Peppe Millanta è arrivato sul mio tablet.

Un consiglio di lettura che potevo non ascoltare, ma qualcosa mi ha spinto e ho insistito. Il cognome dell’autore era proprio Millanta. Pensavo ad uno di quei nomi di famiglia che ti segnano a vita e invece scopro che è un alias che si è attribuito da solo. Penso che nella peggiore delle ipotesi deve essere un autore simpatico e compro il suo libro dal titolo difficile da ricordare … Vinpeel degli orizzonti.

Parto con la lettura e con qualche preconcetto…se mi annoia lo abbandono a pag. 13, se parte con le sovrastrutture metafisiche lo lancio via ma forse è meglio di no che poi mi si rompe il tablet, se è un monotono quanto una serata radical chic mi fermo a pag. 7 e chiedo indietro i soldi a chi me lo ha consigliato.

E poi parto con Vinpeel e arrivano le nuvole. Mi perdo. Mi disoriento. Mi disarma questo ragazzino solo come può esserlo qualcuno costretto a giocare con un amico che sente solo lui. Mi vince la tristezza per un luogo dove ci si rifugia quando non si sa come superare un dolore. Arrivano gli altri che abitano in un posto dove tutto è immobile e si ripete ogni giorno uguale a se stesso. E ciascuno ha una sua caratteristica, ciascuno ha un lavoro, ciascuno ha un ordine da rispettare. Nell’ordine vive lui, Vinpeel. Eppure quella briciola di caos dentro di lui lo aiuta a superare il limite.

Vinpeel, le nuvole, Doan, Mune e gli altri, compresi matti e solitari conquistano l’anima prima che l’intelletto.
E penso che un libro così lo volevo proprio leggere senza neanche averne consapevolezza.
Un libro più simile ad una lunga poesia che ad opera di narrativa.
Un libro che riesce ad entrare nel sogno di ciascuno di noi.
Un libro che riporta a quella breve stagione dell vita nella quale i sogni sembrano tutti realizzabili e forse lo sono per davvero. Basta che non svaniscano con l’arrivo della stagione matura e che resti intatta nell’intimo quella voglia matta di realizzarli solo attraverso l’amore.

Consiglio a chiunque sia stato bambino, anche per un solo giorno, di leggere Vinpeel degli orizzonti … per gli altri che non sanno cos’è lo stupore purtroppo questo libro risulterà incomprensibile.

CopVinp

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Libro: La bambina che disegnava cuori di Lucrezia Lerro

La prosa lieve, a tratti oscura, viscerale di Lucrezia Lerro emerge forte in questo libro. I legami con la terra d’origine della scrittrice sono forti e anche qui fanno da sfondo ad un’intensa storia d’amore che nasce sui banchi delle elementari. Rosanna, la protagonista bambina e poi donna,  disegna cuori e ama Mario. Lui ama Rosanna ma i pettegolezzi, le maldicenze, le antipatie, insomma i morsi delle vipere che popolano il piccolo comune del Cilento … gli faranno cambiare strada. L’amore ancestrale di Rosanna, un po’ folle persino attraverso Ernestina,  la matta del paese, rimarrà per sempre.

Consigliato a chi non crede che ci si può innamorare sempre … a qualsiasi età.

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Libro: Caduta libera di Nicolai Lilin

Il libro di Lilin è duro ma fa bene leggerlo. È difficile da accettare ma aiuta a comprendere, forse un po’ anche a giustificare, le ragioni di chi è dall’altra parte della guerra, dietro un’arma.  È critico senza essere fazioso o polemico.

È la storia di un ragazzino siberiano, che abita nellaprovincia della provincia, e che viene  prelevato per svolgere gli obblighi di leva.  Nella Russia degli oligarchi, uguale a quella comunista, a quella degli zar,  nessuno gli chiede niente. Lui si ritrova con un fucile in mano a sparare a dei nemici che non odia, che nemmeno conosce. Ma non si fa domande, punta solo il fucile e mira. E mira bene perchè il siberiano è bravo. Si concentra e spara. E i nemici cadono. Più nemici cadono, più la sua squadra va avanti. Non si guarda indietro, non rimugina sugli amici morti vicino, ad un soffio, non prova pietà per i nemici, neanche quando scopre che sono uomini, proprio come lui.  Anzi proprio per questo non pensa. Bere sì, però. Quello se lo concede. Mai prima di un’azione importante, comunque. La mira deve essere sempre perfetta. Ne va della vita.

E mentre i pensieri del  siberiano-cecchino russo nella seconda guerra cecena scorrono veloci, dal libro emerge l’odore del fumo, della carne bruciata, dei fori dei proiettili di precisione, del sangue raggrumato, del rancio mezzo marcio. E la guerra non è più un sottofondo ma è cruda, è reale. Orrenda.

Per poi accorgersi, poche pagine più avanti, che dietro questa guerra, come ogni guerra, c’è la voglia sfrenata di potere di uomini senza scrupoli. E la scoperta arriva alla fine dei due anni di servizio militare, quando era  giunto anche un certo equilibrio, quando forse avere un’arma potente in mano era diventata un’abitudine quasi gradita, rassicurante.

Ma con la fine del servizio militare, arriva anche la consapevolezza di dover ritornare nella vita  normale e, quindi, dover lasciare indietro quel senso di onnipotenza che deriva dall’imbracciare un kalashnikov.

E soprattutto riuscire a convivere con il demonio che c’è latente in ogni uomo e al quale nessuno uomo dovrebbe affidarsi mai!

 

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Libro: Quattro etti d’amore di Chiara Gamberale

La descrizione del libro mi ha incuriosita e mi ha convinto a comprarlo. Due donne diversissime che si esaminano attraverso i rispettivi carrelli della spesa è una trama troppo intrigante, troppo simile alla curiosità che fuggivamente provo ogniqualvolta sbircio nel carrello di qualcuno al supermercato,  per poter lasciare il libro lì sullo scaffale.

Avevo qualche pregiudizio sulla Gamberale. Il suo primo libro sull’anoressia non mi era piaciuto molto, aveva come un graffio solo cittadino …come dire “comprensibile” solo a Milano, al massimo Roma. Nel resto d’Italia, che è poi la maggior parte, non si calava, non aveva un taglio da provincia, insomma!

Invece, Quattro ettid’amore è più aperto e fotografa bene la vita di due donne completamente diverse che però,  senza saperlo, sono sopraffatte dalla stessa difficoltà di vivere. La sensazione di disagio che spesso, a metà vita, coglie inaspettatamanche e fa sembrare che ci sia qualcosa ancora  da fare, ancora dacogliere, ancora da osare. Ma non si può … Non si può più! Per chi ha un compagno e per chi non ce l’ha. In entrambi i casi resta fuori un po’ di vita.

Sono perplessa solo sul finale. Entrambi le donne, diverse e così simili, trovano la soluzione più semplice per entrame … Continuano cioè ad essere sempre le stesse, a modo loro …. Forse il finale meritava uno sforzo in più.

Comunque lo consiglio a tutti coloro che sono in una fase di passaggio.

FRASE DA RICORDARE: se non sai uscire da un tunnel, arredalo!

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