Libri e film: La verità negata di Deborah Lipstadt

La verità non può essere negata.

Ho conosciuto la storica Deborah Lipstadt attraverso il bellissimo film di Mick Jackson che ha mantenuto lo stesso titolo del libro. L’attrice che ha mirabilmente interpretato  la storica è Rachel Weisz e la sua interpretazione dona alla protagonista una luce di fragilità e forza che merita più di una visione.
Più di una visione perchè il tema di cui si parla è importante e profondo.
Uno storico inglese sostiene la tesi negazionista sui campi di concentramento nazisti e, siccome nei suoi scritti Deborah Lipstadt, sostiene che lui menta e le sue tesi non sono affatto storiche ma opere di fantasia quando non proprio false, lui la chiama in giudizio a Londra per diffamazione.
In maniera surreale, Lipstadt e la sua casa editrice americana devono dimostrare che i campi di concetramento sono veramente esistiti e che quindi non hanno diffamato lo storico inglese.

il libro è la storia del processo, della differenza tra la giustizia inglese e quella americana, della forza della verità dei fatti su un modo di vedere la realtà esclusivamente da un punto di vista.

In questo caso però il film è migliore del libro.
Nel film si comprendono chiaramente i tanti ingarbugliati meccanismi legali messi in atto dal collegio di avvocati inglesi della Lipstadt per mettere in risalto la fallacia dei ragionamenti dello storico negazionista. Si comprendono chiaramente le scelte di non far mai testimoniare la Lipstadt e i sopravissuti dei campi di concentramento.
Il libro si perde spesso in tematiche storiche che sviano l’attenzione dal nucleo della questione. Vale la pena leggerlo perchè sulla Shoah le parlore non saranno mai troppe, ma se vi capita e potete scegliere guardate il film.

Infine, per chi come me ricorda la battage mediatica che si scatenò alla fine degli ’90, ricordo che La verità negata è una storia vera.

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Libri: Indagine su Eichmann di Fabio Galluccio

Sono nata nel 1972. Esattamente 10 anni dopo la morte di Eichmann, condannato a morte in Israele nel 1962, e 30 anni dopo che i nazisti iniziarono il programma su vasta scala, organizzato in ogni dettaglio, dello sterminio degli ebrei. Poi di anni ne sono seguiti ancori oltre 40 e ancora non sappiamo esattamente cosa abbia fatto, dove sia stato uno dei più importanti gerarchi nazisti nel periodo del dopoguerra a quello della sua cattura. E’ possibile capire i suoi movimenti in Argentina dove si recò nel 1950, ma ciò che avvenne tra il 1945 e il 1950, resta oscuro.
Fabio Galluccio prova con il suo libro ad aprire uno squarcio su una storia nascosta e a quanto pare impenetrabile. E così scopro con grande stupore che Eichmann è stato per quasi 4 anni in una località dell’Appennino tosco-emiliano. proprio lì dove furono più cruenti gli scontri tra partigiani e repubblichini e tedeschi.
E scopro anche che a nessuno è venuto in mente di approfondire il soggiorno di Eichmann in Italia, anche ai puntuali e attenti agenti israeliani che pure andarono a prelevarlo a forza fino in Argentina. Neppure c’è traccia del suo passaggio italiano nel libro di Hannah Arendt – La banlità del male che pure ha seguito la vicenda giudiziaria del criminale Eichmann molto da vicino.

La lettura di questo libro è necessaria perché fa sorgere decine di domande.
Fabio Galluccio con una sua personale ricerca pone qualche pietra a sostegno di un “edificio di verità” che ancora deve essere scritto e lancia anche delle ipotesi che andrebbero seguite e scandagliate ben bene. Per amore di verità ma anche per far crescere (e sarebbe ora) quella che dovrebbe essere la coscienza critica del paese verso uno dei periodi più bui della storia. Sarebbe il momento di iniziare a interrogarci su chi davvero siamo stati noi italiani e su quanto abbiamo “partecipato” volontariamente o involontariamente alla barbarie della 2° guerra mondiale.
Quando capiremo chi siamo stati, potremo iniziare a vedere il futuro più chiaramente.

Consiglio anche la visione dei film citati nel libro, in particolare quello sul procuratore Fritz Bauer.

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27 Gennaio – Il giorno della memoria. I libri

I miei libri sulla Shoah ( non necessariamente in ordine ) :

  • Se questo è un uomo di Primo Levi – un libro che ogni persona dovrebbe leggere perlomeno una volta nella vita.
  • La tregua di Primo Levi – per tutti coloro che devono riprendere a vivere dopo essere morti nello spirito.
  • Anni d’infanzia di Jona Oberski –  gli occhi di un bambino guardano l’orrore.
  • Lasciami andare madre di Helga Schneider – difficile commentare questo libro scritto meravigliosamente bene. Avere una madre che ti abbandona a cinque anni per entrare nelle SS e diventare assistente di Mengele nelc ampo di concentramento di Auschiwtz è un destino crudele. Scoprire che lei non si è mai pentita della scelta è oltre la capacità di comprendere …
  • La famiglia Moskat di Isaac Bashevis Singer – affresco incantevole di una famiglia ebraica con tantissimi protagonisti. Il romanzo si ferma un attimo prima dell’arrivo dei tedeschi a Varsavia, arrivo che segnò definitavamente la fine dell’Ostjudentum, la società ebraico-orientale, con i suoi riti e la sua cultura. 
  •  La legge dei padri di Turow Scott – il romanzo è un legal-thriller americano che poco c’entra con la grandezza e drammaticità dei libri precedenti ma nel finale c’è un richiamo ad un episodio vissuto nei campi di concentramento polacchi che merita da solo la lettura del libro.
  • La lente focale. Gli zingari e l’olocausto di Otto Rosenberg – per ricordare tutte le vittime innocenti dei campi di concentramento.
  • Ogni Cosa È Illuminata di Jonathan Safran Foer – un romanzo-viaggio in un Ucraina da parte di giovane americao che ritrova le sue radici. Strano, feroce, freddo e fortemente crudo nel descrivere il clima di indifferenza con la quale gli ebrei ucraini vennero sterminati, sia dalla popolazione ucraina prima sia dai tedeschi dopo.

Ce ne sono tanti altri, ancora e probabilemente anche migliori… ma questi hanno lasciato un segno.

Buona lettura.

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