Quell’odore che si sente a Linate ?!?!

«Quel che non ha potuto farmi la fame di Genova, me l’ha quasi fatto questo paese di letame ….».

Parole di Ugo Foscolo (1801) che, dispregiativamente, definiva Milano: Pàneropoli –capitale della pànera, panna in dialetto locale. Lui, esule e insofferente a Brera, pieno centro cittadino, pativa gli odori di latte e stallatico che caratterizzavano, a tutte le ore, l’aria della città e diventavano intollerabili se ci si spostava in campagna.

Oggi, la Lombardia è la capitale italiana dell’industria e del terziario, ma resiste l’antica vocazione agricola che si manifesta negli allevamenti di bestiame e produzione del latte. Una realtà poco conosciuta, ma subito visibile appena si varca il confine della metropoli milanese. In qualsiasi direzione ci si rechi, dopo pochi chilometri, s’incontra un’azienda agricola e poi campi coltivati e poi stalle. E, inconfondibile, l’odore del concime naturale.

Dalla lavorazione del latte nascono formaggi tipici dop, quali il Provolone Valpadana, il Taleggio, la Salva Cremasco e il Quartirolo Lombardo. Il Consorzio Alti Formaggi (www.altiformaggi.com), che ne tutela la qualità, ha creato la “Casa del Formaggio” con aree dedicate ai laboratori, alla degustazione, alla didattica per le scuole, alla formazione, ai convegni, agli incontri con il pubblico, oltre ad una piazza aperta dove conoscere questa realtà industriale. In attesa dell’EXPO della Nazioni 2015 il cui motto sarà, in piena simbiosi con il comparto lattiero caseario: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

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Incidente in Svizzera.28 vittime, tra le quali 22 bambini.

Le notizie si rincorrono su tutti i telegiornali ed i fotogrammi mostrano sorridenti ragazzini di dodici anni – qualcuno già con un’ombra, appena accennata, di adolescenza sul viso, altri con inconsapevoli volti di bambini segnati da un futuro breve – che giocano con la neve, salutano chi li guarda e compilano un diario virtuale che, di lì a poco, sarà il contenitore delle loro ultime parole. La disgrazia avvenuta in Svizzera, le cui cause devono essere ancora accertate, è di quelle che non dovrebbero mai accadere. Tutte le domande che si presentano sul motivo, sul perché di un simile evento non hanno risposta, almeno non una risposta sensata. E se pure ci fosse una spiegazione “umana”, comprensibile, non sarebbe, di certo, una risposta valida per una mamma ed un papà in attesa del ritorno del loro bambino da una gita. Nessun genitore dovrebbe mai provare il dolore della perdita di un figlio. A nessuno, nemmeno al peggior nemico, si potrebbe augurare un male più grande. E’ un dolore devastante e tragico al quale c’è, col tempo, l’adattamento ma che mai, mai può essere dimenticato.

La perdita del proprio figlio è la paura più grande che un genitore sente, sin da quando, il neonato è in fasce. E per le madri, la paura inizia anche prima, sin dal primo giorno del concepimento. E talmente vasta e profonda la paura di un genitore di fronte alla perdita del proprio figlio che, davanti ad una tale tragedia, il primo pensiero, cattivo e persino vergognoso a ripetersi, che si insinua nella mente è un sospiro di sollievo. Dio, Signore o Fortuna, grazie perché non è il mio bambino quello nel pullman. E’ un pensiero orrendo che sarà toccato ai genitori belgi, in attesa dell’arrivo della lista dei piccoli morti nell’incidente. Pregare perché questa disgrazia tocchi a qualcun altro è contro natura come, appunto, contro natura è la perdita di un figlio da parte di un genitore.  ( G.B.)

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Senza scala mobile …

Se si ferma la scala mobile e ci incanaliamo in coda su una scala “non mobile” per uscire dal metrò, cosa ci impedisce di allungare il braccio e dare una mano alla signora che vistosamente ed affanosamente sta arrancando con una valigia pesante?

Qual è l’automatismo che deve scattare per un semplice gesto, davvero semplice e gratuito, di solidarietà?

E la voce della signora  che ringrazia ma, con una nota di tristezza, mi fa notare che sono passati tanti giovani e nessuno si è fermato, perchè mi mette tristezza?

Domande di una mattina infrasettimanale con la scala mobile guasta!

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08 Marzo 2012 – Festa delle Donne

E’ il giorno! E’ il giorno delle donne.
Allora ognuna festeggi come può e come meglio crede.


Possiamo ricordare gli sforzi fatti dalle nostre ave, dalle nostre nonne, mamme, zie.
Oppure, possiamo uscire per una sera con le amiche a ballare, per un aperitivo, una pizzata …

 

Eppure, un pensiero mi assale … il fatto che ci sia una festa, che sia necessario proprio un giorno per ricordare le donne ( in quanto genere, non in quanto femmine ) è come se attestasse un bisogno di “non dimenticanza” che altrimenti pervarederebbe di sè tutto il resto.

Come il compleanno, si festeggia in un giorno particolare perchè quello è il nostro dì di nascita, non gli altri. Così l’8 marzo festeggia oggi le donne, affinchè ci si possa dimenticare per tutti gli altri 364 dei motivi dai quali si dipana la Festa, fino ad un nuovo compleanno!

Quando non avremo più bisogno di “festeggiare” , la parità di diritti sarà raggiunta.

 

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Futura … di Lucio Dalla

Questa canzone sarà sempre con noi

Futura

Chissà chissà domani
su che cosa metteremo le mani
se si potrà contare ancora le onde del mare
e alzare la testa
non esser così seria, rimani
i russi, i russi gli americani
no lacrime non fermarti fino a domani
sarà stato forse un tuono
non mi meraviglio
è una notte di fuoco
dove sono le tue mani
nascerà e non avrà paura nostro figlio
e chissà come sarà lui domani
su quali strade camminerà
cosa avrà nelle sue mani.. le sue mani
si muoverà e potrà volare
nuoterà su una stella
come sei bella
e se è una femmina si chiamerà futura.
Il suo nome detto questa notte
mette già paura
sarà diversa bella come una stella
sarai tu in miniatura
ma non fermarti voglio ancora baciarti
chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio.
Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
che si arriva alla luna,si la luna
ma non è bella come te questa luna
è una sottana americana
Allora su mettendoci di fianco,più su
guida tu che sono stanco, più su
in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
son sicuro che c’e’ il sole
ma che sole è un cappello di ghiaccio
questo sole è una catena di ferro
senza amore, amore, amore, amore.
Lento lento adesso batte più lento
ciao, come stai
il tuo cuore lo sento
i tuoi occhi così belli non li ho visti mai
ma adesso non voltarti
voglio ancora guardarti
non girare la testa
dove sono le tue mani
aspettiamo che ritorni la luce
di sentire una voce
aspettiamo senza avere paura, domani.

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NO TAV

Ragione dello STATO: costruire un corridoio di collegamento tra Italia e Francia, che sarà il futuro dei trasporti per questa parte di Europa

Ragione dei NO TAV: non vogliamo che la valle venga perforata, l’opera è inutile.

Allora mi chiedo: il Bene Comune non presuppone che ciascuno debba cedere un po’ del suo per far sì che la collettività se ne avvantaggi?

 Non è giunto il momento di trovare un accordo?
I valligiani che protestano sono ad un bivio pericoloso, possono trsformarsi in “semplici” eversivi e le loro ragioni si perderanno tra le insensatezze della violenza.
Sedersi ad un tavolo e trovare un compromesso è l’unica soluzione possibile.

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Buona fortuna

E’ un tempo difficile.

Nel metrò, oramai, anche nell’orario di punta, persone chiedono la carità, fanno spettacolini, suonano, saltano e ballano.

Gente diversa.

Ad un certo punto, entra una signora cinquantenne e con un tamburello si accompagna e canta con una voce struggente una nenia in una lingua dell’est.

Noi seduti silenziosi, ascoltiamo.  E quasi dispiace essere arrivati alla fermata.

Scendiamo insieme alla fermata, io per andare a lavoro e lei per entrare in un’altra carrozza.
La guardo e le sorrido. Chissà perchè penso che potrei trovarmi io al suo posto!
Lei mi ricambia il sorriso e mi augura buona fortuna. Dice proprio così: Buona fortuna.

Mi allontano e penso che ha coraggio, nonostante la vita non sia stata affatto generosa con lei. E tra me e me, auguro anche a lei Buona Fortuna.

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Film: Se sei così ti dico sì …

Sky Cinema, ieri sera, manda in onda:

Se sei così ti dico sì.

Indecisa se guardarlo, non volevo fare ulteriore  indigestione di Belen … ma contavo su Solfrizzi, che a parte le fiction televisive, è un grande attore.

Ed ho fatto bene!
Non solo, il film mi ha anche sorpreso!

Perchè è una commedia lieve, amara il giusto, a tratti anche esilarante senza mai cadere nel pecoreccio ( cosa non da poco, ultimamente ), con una fotografia molto interessante, con una Belen che si scopre anche attrice, brava persino ( e questo fa ancora più rabbia perchè proprio non avrebbe bisogno di mostrar farfalle ) e un Solfrizzi bravo, bravo, bravo. Assolutamente convincente nella parte di Cicala …

Se Paolo Sorrentino decidesse di mutare in film il suo libro “Hanno tutti ragione” , ha già l’attore principale.

Il bagno finale rifrigerante è assicurato per tutti.

Ho solo 2 domande:

  1. Ma il titolo del film, cosa c’entra con il film?
  2. E la locandina ammiccante e gli attori fotografati in posa amorosa che senso ha rispetto alla storia?
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Da “Amori veneziani” …. il Carnevale

CAPITOLO 14 – IL BALLO IN MASCHERA

Dov’el me porta, ‘Lustrissima Ecelenza?”

L’impresario esplose in una sonora risata.

“Dolce baronessa, per quanto tu possa provarci, l’inflessione milanese viene fuori. E’ la prima volta in vita mia che mi piace!

Avrei preso dei biglietti per il battello che va a Torcello, così stamattina non camminiamo tanto e ti riposi. Ti servirà per il seguito della giornata, se sarai d’accordo su un programma che ti spiegherò strada facendo, se permetti.”

“Va bene, uomo misterioso ma sappi che corri un grosso rischio a tenermi sulle spine; è un classico femminile adombrarsi davanti a troppa curiosità!”

“Sarà fatto, mia signora … quindi rilassati e preparati a tornare indietro di circa sedici secoli, per poi spostarti alla primavera del 1797. Per fortuna al salto temporale non corrisponde un uguale salto di spazio, ci sposteremo in tutto di qualche centinaio di metri.”

Anna abbassò il capo lentamente e sorrise di sottecchi, come aveva visto tante volte fare nei film in costume del Settecento. Non avrebbe mai creduto di poter fare quel gesto ad un uomo.

La motonave impiegò un bel po’ a districarsi nel dedalo di canali della laguna settentrionale, avvicinandosi sempre più ad un’insignificante isola, sulla quale svettava un disadorno campanile a pianta quadra.

Strada facendo Leone era stato prolifico di informazioni sugli accessi acquei a Venezia.

Da San Nicolò, dove il doge gettava in mare dal Bucintoro il mitico anello dello sposalizio del mare, al forte di Sant’Andrea, che sparò per davvero proprio nell’ultima disgraziata stagione della Serenissima.

Dall’asburgica Torre Massimiliana, dalla quale i “Todeschi” controllavano il traffico navale alla metà dell’Ottocento, al Lazzaretto Novo, dove venivano spedite le merci in arrivo di solito dal Levante e gli equipaggi delle navi per le quarantene sanitarie. Con questo sistema era stato scongiurato il flagello della peste.

Infine, prima di attraccare, le fece osservare l’umile e silenziosa isola di San Francesco del Deserto, antichissimo monastero francescano, ancor oggi frequentato da anime confuse e tormentate in cerca di serenità. (continua…)

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=470394

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Festival di Sanremo

Un automatismo familiare,

Rai Uno ore 21.00 e aspettare.

E poi capita di assopirmi un po’,

e poi capita di svegliarmi con Celentano,

e poi capita di pensare che è proprio uguale all’anno scorso,

e agli anni prima, su su fino a Colomba bianca vola e Grazie dei fiori.

E sono immemore sul presentatore precedente,

sulle canzoni precedenti, sui vincitori.

Tu tto uguale, tutto rassicurante…

E poi capita di dormire, davvero, per tutta la notte.

 

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