Da “Amori veneziani” …. il Carnevale

CAPITOLO 14 – IL BALLO IN MASCHERA

Dov’el me porta, ‘Lustrissima Ecelenza?”

L’impresario esplose in una sonora risata.

“Dolce baronessa, per quanto tu possa provarci, l’inflessione milanese viene fuori. E’ la prima volta in vita mia che mi piace!

Avrei preso dei biglietti per il battello che va a Torcello, così stamattina non camminiamo tanto e ti riposi. Ti servirà per il seguito della giornata, se sarai d’accordo su un programma che ti spiegherò strada facendo, se permetti.”

“Va bene, uomo misterioso ma sappi che corri un grosso rischio a tenermi sulle spine; è un classico femminile adombrarsi davanti a troppa curiosità!”

“Sarà fatto, mia signora … quindi rilassati e preparati a tornare indietro di circa sedici secoli, per poi spostarti alla primavera del 1797. Per fortuna al salto temporale non corrisponde un uguale salto di spazio, ci sposteremo in tutto di qualche centinaio di metri.”

Anna abbassò il capo lentamente e sorrise di sottecchi, come aveva visto tante volte fare nei film in costume del Settecento. Non avrebbe mai creduto di poter fare quel gesto ad un uomo.

La motonave impiegò un bel po’ a districarsi nel dedalo di canali della laguna settentrionale, avvicinandosi sempre più ad un’insignificante isola, sulla quale svettava un disadorno campanile a pianta quadra.

Strada facendo Leone era stato prolifico di informazioni sugli accessi acquei a Venezia.

Da San Nicolò, dove il doge gettava in mare dal Bucintoro il mitico anello dello sposalizio del mare, al forte di Sant’Andrea, che sparò per davvero proprio nell’ultima disgraziata stagione della Serenissima.

Dall’asburgica Torre Massimiliana, dalla quale i “Todeschi” controllavano il traffico navale alla metà dell’Ottocento, al Lazzaretto Novo, dove venivano spedite le merci in arrivo di solito dal Levante e gli equipaggi delle navi per le quarantene sanitarie. Con questo sistema era stato scongiurato il flagello della peste.

Infine, prima di attraccare, le fece osservare l’umile e silenziosa isola di San Francesco del Deserto, antichissimo monastero francescano, ancor oggi frequentato da anime confuse e tormentate in cerca di serenità. (continua…)

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