Libro: Confidenza di Domenico Starnone

Devo avere qualche questione irrisolta con lo scrittore Domenico Starnone. Ovviamente qualcosa che si è svolto in qualche altra vita dove dobbiamo esserci incontrati e abbiamo litigato furiosamente per poi ridiventare amici e poi litigare ancora.
Dev’essere qualcosa del genere. Altrimenti non si spiega  … Cosa direte? Arrivo al punto.
Secondo approfonditi studi e indagini degne dell’FBI, la comunità letteraria ha attribuito a Starnone l’dentità tuttora anonima di Elena Ferrante. Adesso accade che quando leggo un libro, un racconto, un’intervista della Ferrante mi piace, sempre. Qualcosa di più (la quadrologia dell’Amica geniale; L’amore molesto), qualcosa meno (La figlia oscura, la vita bugiarda degli adulti), ma mi piace. Quando leggo Starnone mi innervosisco e il suo “Confidenza” non ha fatto eccezione.
I personaggi che animano il libro sono sempre a un passo dal liberarsi, a un passo dal capire, a un passo dal confessarsi. Anche il finale che non dico per chi volesse cimentarsi mi sembra incompiuto. L’idea che qualcuno sappia un tuo segreto e che possa tenerti in pugno tutta una vita con la minaccia, neanche troppo velata, di divulgarlo e che tu conosca un suo segreto che a tua volta puoi svelare è un gioco e una trama che se sviluppati con la necessaria spudoratezza (quella delle Ferrante) sarebbero potuti essere deflagranti e invece in Confidenza domina la cautela.
Starnone dice bene ma non dice tutto e alla fine lascia indispettiti. Un romanzo col freno a mano tirato. Un vero peccato per un libro che poteva percorrere le vie dei lettori a velocità supersoniche.
Se Starnone e la Ferrante sono la stessa persona, io senza dubbio preferisco la versione femminile.

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