Storie di caffè – Il filo invisibile

Mi ero da poco trasferito nella nuova casa, e una mattina scesi per andare al bar e prendere un bel caffè. C’era un po’ di gente, così aspettai qualche secondo. Appena mi sembrò che il barista fosse libero mi feci avanti…       

Non assomigliava per niente a Ciro, che distillava un concentrato di caffeina pura capace di resuscitare i morti. Con un scorato filo di voce, ordinai un espresso “ristretto”. Lui mi guardò di traverso e, col guizzo sveglio di certi umani che comprendono altri umani solamente da uno sguardo, capì che doveva dare il meglio. Da quel caffè dipendeva la mia giornata e molto di più. I mille chilometri di distanza dal mio paese si annullarono nel sapore deciso, forte. Sapeva di ricordo e, allo stesso tempo, odorava di cose nuove che mi aspettavano. Ringraziai ed uscii. Ci sarei tornato ogni mattina.

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